Dopo l’inaugurazione il 20 giugno della mostra “Le molte vite di Mario Lanfranchi. La casa in scena”, un racconto per oggetti e immagini accompagnato da un ampio percorso fotografico a firma Luca Gilli, e l’incontro di approfondimento su Lanfranchi regista il 27 giugno, Fondazione Monteparma proroga la mostra fino al 16 ottobre, dando la possibilità a quanti più visitatori possibili di accedere agli spazio di Ape Parma Museo per godere del percorso.
“Maestro” era chiamato abitualmente Mario Lanfranchi, regista di molti programmi della televisione delle origini, la sua firma apprezzata anche oltreoceano per l’opera lirica e grandi eventi. Regista anche di cinema, ha realizzato film dai generi più vari, western e dramma, poliziesco ed erotico, l’ultimo, “Venezia, carnevale, un amore” al confine con il musical, protagonisti Carla Fracci e Rudolf Nureyev.
La mostra svelerà solo in parte il multiforme ingegno di Mario Lanfranchi, tra i maggiori collezionisti d’arte del dopoguerra: tante le passioni che l’hanno coinvolto a ondate, il rugby, le corse dei cavalli e il ciclismo, il biliardo e il tiro a volo, i ferri battuti e i levrieri. Meglio: il levriero, El Tenor, ancora imbattuto il suo record di vittorie, le pareti di una grande sala colma di trofei. Assai ricca la raccolta di film, oltre 20.000 titoli, alcuni molto rari, frutto di elaborati scambi anche internazionali.
Scelti in villa per l’esposizione autografi di attrici e attori, libri antichi, stampe, corrispondenze farnesiane, penne da collezione. E molto altro ancora, come la collezione di sonaglietti d’argento settecenteschi. Con la possibilità di lasciarsi catturare dalle immagini di “Traviata”, film opera, protagonista Anna Moffo, moglie di Mario Lanfranchi. Nella sala proiezione di APE Parma Museo scorrerà il documentario realizzato con l’Università di Parma.
Mario Lanfranchi, Sant’Ilario d’Oro, resta figura di cui è impossibile tracciare i confini, lasciando a ogni incontro la voglia di saperne di più. Luca Gilli non aveva avuto occasione di conoscere Mario Lanfranchi, ma, tornato più volte nella casa, ha saputo coglierne diversi caratteri, svelando con sensibilità, attraverso le immagini della casa che tanto la rispecchia, l’inquieta, caleidoscopica personalità del Maestro che, negli ultimi anni, dopo aver abitato a Milano, Londra, New York e Roma, era tornato alla dimora delle origini, nella cinquecentesca casa della sua infanzia a Santa Maria del Piano, riconosciuta Casa d’Illustre e ora aperta al pubblico.
Vi aspettiamo!